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Idrocolonterapia: invasiva come la lavanda gastrica?

La lavanda gastrica è considerata una terapia logorante e faticosa, nonché pericolosa se eseguita senza criterio. Nonostante sia molto utilizzata in ambito medico per casi gravissimi e di emergenza, si ha la convinzione che questo trattamento aiuti a perdere peso e depurare l’organismo, intestino e colon in particolare, e che sia una efficace alternativa alla idrocolonterapia.

lavanda gastrica

Che cos’è e come funziona l’idrocolonterapia
Lavanda gastrica, quando si deve fare
Differenza idrocolonterapia e lavanda gastrica
Cosa fare dopo idrocolonterapia e lavanda gastrica

Che cos’è e come funziona l’idrocolonterapia

In Italia, a livello estetico, è molto richiesta la pratica dell’idrocolonterapia, Si tratta di una pulizia profonda dell’intestino mediante dell’acqua riscaldata da un macchinario apposito, per via orale o anale. Ogni seduta può durare dai 45 ai 60 minuti. Questa sorta di trattamento permette di eliminare le scorie accumulate e di risolvere molteplici disturbi legati all’apparato digerente, ma pare che attenui adipe e cellulite. Pare che risolva molteplici problemi di eliminazione dei residui fecali all’interno dell’organismo, in special modo se l’idroconterapia è affiancata da un regime alimentare sano ed equilibrato. Se la richiesta è in aumento, sono tanti medici e centri estetici che ordinano un macchinario fatto apposita per regolare l’afflusso di acqua, la quale viene riscaldata e predisposta per arrivare fino al colon ascendente. Lo scopo è eliminare le incrostazioni presenti nelle villosità intestinali che provocano disturbi quali colite, stitichezza, gonfiore addominale, flatulenza, alitosi, diarrea e accumuli di grasso. La depurazione risolverebbe anche delle problematiche come mal di testa, problemi della pelle, problematiche respiratorie e circolatorie, nervosismo, insonnia, stanchezza cronica, malessere generale e diminuzione della concentrazione e delle facoltà intellettive. La terapia può portare benefici in caso di asma, reumatismi, prostatite e caduta delle difese immunitarie.

Lavanda gastrica, quando si deve fare

Ad oggi, in Italia, la pratica della idrocolonterapia non è inquadrata dalla legislazione e non è inserita ufficialmente nel Sistema Sanitario Nazionale, nonostante l’esistenza di strutture pubbliche la utilizzino per vari scopi. Un metodo di depurazione dell’intestino efficace, capace di debellare i danni da intossicazione o avvelenamento mediante digestione di sostanze tossiche come alcol, droga o medicinali si chiama lavanda gastrica o gastrolusi. Essa è un processo forzato di svuotamento dello stomaco eseguito mediante di un tubo inserito in bocca o nel naso, nel caso di pazienti agitati o non collaborativi. Si tratta di una misura di primo soccorso effettuata allo scopo di eliminare velocemente il contenuto tossico o pericoloso dallo stomaco di una persona. Essa viene effettuata anche prima di certi interventi chirurgici che richiedono specificatamente che lo stomaco sia svuotato in maniera completa. Normalmente, è uno strumento salvavita quando viene effettuato entro un’ora dall’ingestione della sostanza tossica. Più si allungano i tempi, più la gastrolusi diventa una terapia faticosa, pericolosa, logorante e inutile. L’unica speranza è che la sostanza ingerita sia ad assorbimento lento. In questo caso, la terapia può essere effettuata dopo 6-8 ore massimo, a patto che tutti i liquidi tossici estranei non superino il limite dello sfintere pilorico, ovvero la parte finale dello stomaco che riversa il suo contenuto del duodeno.

Differenza idrocolonterapia e lavanda gastrica

L’effettuazione dell’idrocolonterapia  ha bisogno assolutamente di un apparecchio che si basa su un sistema idraulico. Esso funziona con due condotti a circuito chiuso, uno per permettere l’ingresso dell’acqua e uno per l’evacuazione. La persona viene posta in posizione supina dopo aver svuotato la vescica e viene collegato a questo strumento mediante un dispositivo sterile monouso. I due tubi vengono collegati a uno speculum rettale anatomico e indolore che viene introdotto nel retto. Solo a questo punto viene immessa acqua e si avranno due fasi distinte:  il riempimento, durante il quale viene immessa acqua nel colon, e lo svuotamento dell’intestino dai residui fecali. Una seduta dura dai 45 ai 60 minuti, dipende da quanti riempimenti e svuotamenti si devono effettuare per pulire le pareti intestinali.

La lavanda gastrica viene effettuata tramite l’applicazione di un tubo che consente di aspirare il contenuto dello stomaco, solitamente accompagnata da un’immissione di acqua tiepida o soluzione salina per evitare shock e scompensi nei soggetti che si dimostrano molti deboli. Per effettuare questa procedura, si mette il soggetto in posizione declive, meglio nota come antishock o posizione di Trendelerburg. Essa prende il nome dal chirurgo tedesco Friedrich Trendelenburg. Il soggetto è supino, sdraiato in modo che il capo sia situato inferiormente rispetto a ginocchia e bacino, sfruttando la gravità per ottenere un migliore afflusso di sangue di organi vitali nobili, come reni, encefalo e cuore. In questo caso, però, il contenuto dello stomaco tenderà a ristagnare verso la curvatura gastrica, il piloro sarà più elevato e si impedirà il passaggio del veleno nel duodeno. Visto che l’intervento risulta abbastanza traumatico e doloroso, i medici devono essere pronti a tutto, anche a chi implora di somministrare loro un anestetico. Se il personale medico riscontra la necessità di una intubazione endotracheale, la lavanda gastrica può essere effettuata avvalendosi di un sondino naso-gastrico od oro-gastrico. In questo caso, il soggetto deve essere posto in posizione supina. Normalmente, la sonda Faucher può arrivare a un diametro di 30-50Fr, dipende se si tratta di liquido o compresse intere. Si procede finché l’acqua evacuata ed aspirata non torna limpida. Si asporta il tubo e al paziente viene fatto ingerire del carbone attivo, allo scopo di attivare la funzione antitossica.

Per questa  ragione, viene sconsigliato di effettuarla a casa, bensì in centri medici e ospedali. Un rimedio casalingo contro stanchezza, stitichezza e gonfiore consiste nel clistere. Esso è una irrigazione di acqua atto a liberare il colon e l’intestino crasso da residui fecali, gas, fermentazioni, putrefazioni e flora batterica patogena. Un sinonimo è peretta, visto che questo trattamento casalingo si pratica con una sonda o con la classica peretta di gomma di capacità 0,1- 0,2 litri contro 0,5- 2 litri per il clistere vero e proprio. Sarebbe meglio consultare uno specialista prima di effettuare questa pratica, in quanto non è indicata in caso di ostruzione del colon.

Sono tante le differenze riscontrabili tra i due trattamenti. La lavanda gastrica è controindicata se si hanno ferite alla gola, all’esofago o allo stomaco ed è controindicata nel caso problemi all’apparato respiratorio. L’idrocolonterapia non ha particolari controindicazioni, a meno che il soggetto non soffra di cardiopatie o malattie renali. Sarà il proprio medico di fiducia, dopo una accurata visita medica, a stabilire se il paziente è idoneo al trattamento.

Altra differenza con la gastrolusi è lo stress. La lavanda è una terapia faticosa e logorante, ma anche pericolosa perché mani poco esperte rischiano di rompere le pareti intestinali. L’idrocolonterapia è indolore, effettuabile anche dopo un bagno rilassante. La posizione assunta non è scelta a caso visto che la muscolatura del bacino si rilassa e lo speculum ben lubrificato viene introdotto nell’ano con un leggero movimento di rotazione, senza alcun dolore. L’acqua ha una temperatura di circa 38 gradi, ma durante la terapia viene ridotta a 22, per stimolare l’intestino. SI usa anche prima e dopo gli interventi chirurgici e per la preparazione per visite specialistiche del colon. Molti esperti sostengono che la gastrolusi possa essere una forma di prevenzione del cancro al colon, causato anche dall’accumulo di tossine intestinali.

Cosa fare dopo idrocolonterapia e lavanda gastrica

Essendo indolore e poco fastidiosa, dopo l’idrocolonterapia si possono riprendere tranquillamente le proprie normali attività. Tuttavia, si consiglia di assumere alimenti che riequilibrino la flora intestinale, ossia cibi ricchi di fermenti lattici. Inoltre, si suggerisce di evitare il piccante per almeno due giorni e di non saltare i pasti. Può succedere che alcune persone trovino difficoltoso evacuare, ma è una situazione che si risolve in due giorni. Qualora la stitichezza persista, meglio consultare il medico.

Con la lavanda gastrica, essendo un intervento invasivo, bisogna attenersi alle indicazioni del medico, specie se i pazienti hanno assunto droghe pesanti o liquidi infiammabili. Normalmente, il personale medico tiene in osservazione il paziente, il quale avrà attaccate delle flebo per reidratarsi e per un giusto apporto dei sali minerali persi. Il primo pasto dopo la gastrolusi sarà molto leggero e preferibilmente a base di liquidi, introducendo nei giorni a venire anche cibi solidi e sostanziosi.

 

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