Pulizia è sentirsi meglio

Tagliare il colon: ultima spiaggia

Il colon è un porzione dell’intestino. In particolare è possibile distinguere l’intestino in due parti: intestino tenue e quello crasso.

Il primo tratto parte dal piloro, che è una valvola che separa l’intestino dallo stomaco e arriva fino alla valvola ilio-cecale. Questa porzione di colon misura circa 7 metri. Segue l’intestino crasso che
termina in corrispondenza dell’ano.

Tipi di operazione di colectomia
Quando è giusto operarsi al colon
Fase pre-intervento
Fase post operatoria

Questa seconda parte può essere divisa, a sua volta, in sei sezioni:
intestino cieco, colon ascendente, colon traverso, colon discendente, sigma e retto. Quando si va a tagliare il colon o come in gergo medico si dice: “si esegue una colectomia”, si pratica un intervento chirurgico utile ad asportare in tutto o in parte il colon.

Questa operazione estrema può essere necessaria, a seguito del manifestarsi di determinate condizioni.

Tipologie d’operazione

guanto del chirurgo con bisturi disegnoNon esiste un unico tipo di intervento, infatti in base alla problematica del paziente e alla criticità del problema riscontrato nel suo organismo, è possibile eseguire:

  • colectomia totale: si esegue solo in casi molto gravi e va ad eliminare l’intero colon;
  • colectomia subtotale: si asportano una o più parti del colon;
  • emicolectomia: si asporta il lato destro o sinistro del colon;
  • proctocolectomia: si tagliano con un unico intervento colon e retto.

Qualunque sia la tipologia di intervento, che ovviamente andrà stabilità dopo aver fatto un check up completo sulla salute del soggetto, sarà necessario eseguire anche una ricanalizzazione, cioè una
sostituzione della parte tolta in modo da canalizzare le feci.

Quando si esegue una colectomia

Questo intervento, abbastanza invasivo, viene eseguito in diversi casi:

cancro del colon: in tale evenienza l’entità dell’asportazione dipende dall’estensione della patologia. Più è estesa, maggiore sarà la porzione di intestino da rimuovere. In caso di metastasi super diffuse, si può arrivare anche alla necessità di eliminare completamente il colon;

morbo di Crohn e colite ulcerosa In entrambi i casi si è di fronte ad una patologia autoimmune. Il morbo di Crohn è una malattia infiammatoria cronica che può colpire qualunque tratto dell’apparato gastro-intestinale.
Questa patologia causa soprattutto dolori addominali, ma anche effetti “esterni” più evidenti, come diarrea e vomito.

Questi gravi disturbi dell’intestino richiedono l’intervento chirurgico, volto alla rimozione di parte del colon. Si effettua questa scelta quando la terapia farmacologica non ha dato buoni risultati o nel caso in cui, a seguito di una colonoscopia, sia emerso che ci siano delle cellule in fase pre-cancerosa.

La colite ulcerosa manifesta sintomi simili, ma a differenza del morbo di Crohn interessa solo gli strati superficiale dei tessuti, oltre al fatto che si manifesta solo nell’intestino crasso;

diverticolite: i diverticoli sono piccole estroflessioni, cioè piccoli sacchi che si formano sulle pareti
dell’intestino. A parte i rari casi in cui si soffre di diverticolite ereditaria, tale infiammazione è causata da una dieta squilibrata, particolarmente povera di fibre e ricca di grassi e zuccheri.
I sintomi più evidenti sono rappresentati da dolori addominali, stitichezza o anche diarrea.
Quando con una dieta equilibrata e/o con terapia farmacologica, non si riesce a superare il problema, può essere necessaria un’asportazione del colon;

emorragia intestinale: in questi casi, i medici decidono di intervenire solamente in casi estremi, ovvero quando non si riesce a tenere sotto controllo tutte le perdite di sangue e si rende necessario asportare le parti sanguinanti;

polipi intestinali: si tratta di forma pre-cancerose, benigne, vengono eliminate insieme a parte del colon quando si vogliono evitare complicanze future;

perforazione del colon con conseguente infezione addominale. Può trattarsi di una complicazione legata ad un’altra patologia, come ad esempio nel caso di una diverticolite pregressa o di tumori maligni mai curati;

– infine, vi è il caso dell’occlusione intestinale che richiede appunto un’asportazione della parte interessata e la successiva ricanalizzazione.

Preparazione ed intervento

Per eseguire la colectomia è necessaria una preparazione pre-operatoria meticolosa.

Non si tratta di un’operazione semplice e seguire a menadito le indicazioni mediche preparatorie rappresentano il metodo più sicuro per non incorrere in complicanza.

Una delle azioni più importanti da fare, nella fase che precede l’intervento, è quella di assicurarsi che l’intestino sia svuotato.

A questo scopo viene prescritta una dieta leggera che caratterizza i giorni antecedenti l’intervento.

Nel giorno subito precedente all’operazione sarà fondamentale il digiuno, mentre nella giornata che seguirà l’intervento di colectomia bisognerà assumere lassativi.

Solitamente viene prescritto anche l’uso dell’antibiotico.

L’importanza della fase che viene prima dell’operazione è indiscutibile e solo quando risulta necessario agire d’urgenza, ovvero quando vi è il rischio di un’infezione al colon a causa di un occlusione intestinale acuta, è possibile “saltare” la fase preparatoria. Oltre a questa preparazione tecnica, è necessario anche
sottoporsi ad esami di routine, che includono:

  • elettrocardiogramma,
  • analisi del sangue
  • anamnesi del paziente.

L’intervento di esegue con anestesia generale e si può procedere a cielo aperto, quindi con un incisione
più o meno grande sull’addome, oppure in laparoscopia, cioè inserendo piccoli strumenti nell’addome e intervenendo con l’ausilio di una microcamera che invia immagini ad un monitor.

In entrambi i casi, come sottolineato più volte, in seguito di asportazione totale o parziale del colon è necessario procedere alla ricanalizzazione.
Questa azione medica può essere eseguita, quando le parti eliminate sono piccole, attraverso una sutura fra le parti. Oppure si può procedere ad una colostomia.

In questo caso il colon viene collegato ad una sacca per la raccolta delle feci e anche se può trattarsi di una soluzione temporanea, si tratta di un qualcosa che crea enorme disagio nel paziente ed una sensazione di profonda vergogna, da cui è difficile uscire.

Infine, nel caso in cui si proceda ad una proctocolectomia, si realizza un tratto artificiale, come soluzione medica al problema.

Post operatorio

A seguito dell’intervento è necessario restare in ospedale per circa una settimana. Nei primi giorni può essere necessaria un’alimentazione parenterale, cioè tramite sacche endovena.

Si utilizza questa soluzione in quanto l’intestino potrebbe avere difficoltà a digerire e assorbire cibi.

Come ogni intervento, anche l’operazione chirurgica per tagliare il colon può avere delle complicazioni.

In questo caso le problematiche a cui il paziente più frequentemente va incontro, a seguito del taglio del colon, sono:

  • emorragie , quindi perdite di sangue;
  • infezioni: solitamente l’uso di terapia antibiotica prima e dopo l’intervento scongiura tale complicanza, ma l’entità del problema, l’età, una specifica deficienza immunitaria, possono comunque
    alterare il processo di guarigione del paziente;
  • un altro rischio è inerente alla formazione di coaguli di sangue nei polmoni o nelle vene.

Tra le possibili complicanze vi sono anche quelle inerenti la tecnica operatoria che prevede comunque di intervenire su strutture e organi che sono a stretto contatto tra loro. È possibile che si verifichi, ad esempio, una lesione alla vescica o alle pareti dell’intestino tenue. Infine, possono esservi problemi di transito intestinale.

Deve essere sottolineato che trattandosi di un intervento invasivo, maggiori sono le porzioni di colon asportato e più la qualità della vita andrà a deteriorarsi in seguito all’intervento.

Tra gli effetti post operatori più frequenti vi è la difficoltà nel transito fecale e la necessità di cambiare il proprio stile alimentare.
Dopo l’intervento, soprattutto se è stato sostituito l’ano con una sacca fecale artificiale, vi potranno essere dei problemi a defecare, oppure la necessità di farlo molte volte al giorno.

Di conseguenza anche la dieta da seguire a seguito di colectomia sarà piuttosto rigida. In questo caso saranno da preferire cibi ricchi di fibre, verdure, ad esclusione però di cavoli e broccoli, che favoriscono invece la fermentazione intestinale, frutta.

Dopo l’intervento è necessario bere molta acqua, evitare alcol, frittura, caffè, spezie. Ovviamente sarà sempre ed esclusivamente il dottore curante a fornire un piano alimentare adeguato alla situazione.

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